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domenica 3 febbraio 2013

La poesia quando si canta



È il titolo che ho pensato per l'etichetta di alcuni post. 
Quasi tutti contengono un link, magari da ascoltare in sottofondo, ma in alcuni c'è proprio un dialogo con una canzone, con le sue parole, che ho ricopiato e preso in prestito. 
Ci sono quelle volte che le canzoni mi entrano in testa e non vanno via se prima non ci ho fatto qualcosa, e allora mi fermo, mi metto in ascolto, loro dettano e io scrivo. 
Mi piace pensare che è perché io con le canzoni e le loro parole ci sono cresciuta. Ho una mamma canterina io, una mamma sarabanda, un jukebox in gonnella e grembiule che fa i piatti. Mia madre ci rispondeva (e lo fa tuttora) a suon di musica, ogni parola era un pretesto per accendere il giradischi (che nostalgia questa parola!) "Mamma non trovo il colore azzurro..." lei: "Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per meeeee..." 
o ancora: "Mamma, a chi hai comprat...", "Aaaa... a chiiiiiiii...", "Maahhh, eddai!" ... "sorriderò se non a teeeee..." e via dicendo cantando!
Faceva la musichetta persino masticando la mela, che io, a vederla musicata così, mangiavo anche quella!
Ti dedico anche questa, a te, che dalla città sei scappata in campagna e io, allora, non ho capito perché. Perché hai preferito una casa lontana e scomoda, che ho odiato tanto, come si odia una prigione. Ma poi sono cresciuta, ho fatto pace con la casa, con te, con me (più o meno) e l'ho sentito l'odore che devi aver sentito anche tu, l'odore di casa. Odore di fiori, odore di fuori, di lenzuola fresche asciugate al vento. Ho (ri)sentito i passetti svelti di un gattino che sale le scale per venirmi a svegliare prima di te, che con la tua voce flautata ti costringevi a dire "ragazze è ora di alzarsi!", sembravi cantare anche lì. Ho visto la luce che quando entra nella nostra casa vi rimane prigioniera e si specchia saltellando sul legno dei nostri mobili, sui disegni appesi della nostra artista preferita, sulle foto che raccontano la storia della nostra famiglia. E adesso un po' di campagna la sogno anch'io!
Ti lascio un ricordo qui, noi due che cantiamo la stessa canzone, e tu che incredula mi chiedi "come fai a conoscere le parole?" secondo te? Non è che proprio le conosco, ma mi lascio guidare, come in nessun altro caso so fare.

3 commenti:

  1. Due cose:
    - adoro la nuova veste del tuo blog. dal telefono non riuscivo a vederla. E' strepitosa.
    - adoro l'idea di una mamma che canta. Anche la mia lo era, ancora lo è. Anche io vorrei tanto che le mie bambine mi pensassero così. Una mamma che "fa" cantando. E invogliando a cantare.

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    1. Grazie! è vero... al telefono non si vede, non sono riuscita ad applicare la stessa personalizzazione (sono ancora un po' negata). La mamma canterina per me è un marchio di fabbrica, mi sorprendo a "cantare" mentre mi sto addormentando!

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  2. anche per me è un marchio di fabbrica la mamma canterina e spero di riuscire a trasmettere ad Emilio quello che mia madre ha trasmesso a me e a mio fratello!

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