-->

venerdì 12 settembre 2014

Stay strange, stay wild


Dopo la doccia dritta sul lettone, ti liberi con un salto dell'accappatoio e inizi a saltare, i riccioli sparsi sulle spalle che volteggiano felici.
Ti porto i vestiti che dobbiamo uscire:
-"No!"
-"Le mutandine, dai!"
-"No!"
-"La canottiera?"...
-"No!"
Poi la metti in testa a mo' di cappello, ti specchi soddisfatta e riprendi a saltare sempre più divertita. Ti guardo specchiarti tra un salto e l'altro, saltare, cantare... dopo un po' inizio a sentirmi indispettita, stiamo facendo tardi. Ma tu ti stai divertendo, ti sei infilata un gonnellino di petali di tulle e continui a saltare coi riccioli e i petali danzanti. Io e papà, già vestiti, tutti pronti e di fretta su e giù per casa.
-"Noi siamo pronti"
-"Io pure sono pronta!"
-"Ma non sei vestita!"...
-"Sì!... Io mi vesto strana, non mi vesto bene!".

Sai che ti dico, fai bene, persino selvatico è meglio. Che a fare i bravini, i buoni, tutti belli puliti e stirati si finisce col diventare falsi e crudeli. Come chi uccide una madre, che fa solo quello che ogni madre fa, nel posto e nel momento in cui le è dato di vivere, e si nasconde dietro una scusa "pulita". Parole, le solite, ad addomesticare il pensiero, anestetizzarlo e piano piano ucciderlo.
Nessuno si è sporcato le mani, è stato un incidente, qualcosa è andato storto. Parole. Scuse accettabili, istituzionalizzate. Le mani pulite e le coscienze gocciolano di sangue. Poco importa, arriveranno prontamente buone azioni a metterci la pezza, a placare gli animi e assopirci il pensiero, che si addormenta senza far rumore fino a non svegliarsi più. Nemmeno un sussulto, niente, proprio come è successo a Lei.

Nessun commento:

Posta un commento